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In fiamme 400 ettari di bosco sulla Majella

Solo il temporale è riuscito a spegnere l'incendio, appiccato da ignoti domenica

[fonte IlCentro 20 Settembre 2011]

SANT'EUFEMIA A MAJELLA. E' il più grande incendio divampato in questa estate che sta per terminare. Circa 400 ettari di bosco di latifoglia sono andati in fumo aprendo uno squarcio sul fianco della Majella. Un'area verde di altissimo valore ambientale tutta ricadente sotto il vincolo del Parco e a ridosso dell'abitato di Sant'Eufemia, al confine con il territorio di Caramanico Terme. Un incendio di sicura origine dolosa divampato nel pomeriggio di domenica e spento solo ieri, alle prime ore del mattino, con il decisivo aiuto del temporale, arrivato propizio, dopo settimane senza pioggia, che ha riversato sull'intera fascia pedemontana della montagna una notevole quantità di acqua.  Un rovescio che ha ottenuto più del lungo lavoro che circa 50 uomini, tra vigili del fuoco, Forestale, agenti del Parco, della Protezione civile e del Comune, associazioni di volontariato e molti giovani del paese, avevano portato avanti per tutta la notte.  Un inferno di fiamme e fumo, con lingue di fuoco alte anche 15 metri visibili da tutta la zona alta della Val Pescara e della Valle dell'Orta, alimentate dal vento. L'incendio ha prodotto «uno scenario apocalittico che non ha interessato l'abitato di Sant'Eufemia», racconta il sindaco del paese, Francesco Crivelli, «solo per la direzione del vento, che spirava fortunatamente in senso opposto rispetto al paese. Una catastrofe evitata per un soffio, è il caso di dire, considerato che il punto di origine del rogo è stato rinvenuto immediatamente al di sopra delle ultime case del paese». I vigili del fuoco dei distaccamenti di Popoli e Alanno sono intervenuti con due mezzi cisterna e camionette attrezzate per raggiungere anche luoghi impervi.  «Va esaltata la coordinazione degli uomini intervenuti», tiene a sottolineare il sindaco Crivelli, «Un plauso particolare deve essere riconosciuto agli agenti del comando forestale di Caramanico Terme e Sant'Eufemia a Maiella, che hanno operato instancabilmente fino all'alba, raggiungendo i luoghi più lontani e pericolosi. Se non fosse arrivata la pioggia, sia la pineta di Sant'Eufemia sia la riserva della Valle dell'Orfento avrebbero subìto danni irreparabili. A vederla adesso», osserva, «la montagna sembra come ferita e indifesa».  I carabinieri del locale comando hanno avviato indagini per rintracciare eventuali prove e poter arrivare a chi continua a compiere questi gesti scellerati.  Di origine dolosa sono risultati anche gli ultimi roghi che si sono verificati in Val Pescara, come quello ultimo sulla montagna di San Rocco di Bussi sul Tirino, domato dopo tre giorni e con l'ausilio di canadair ed elicotteri della Forestale, e quello immenso di Alanno, partito dal confine con il territorio di Pietranico per estendersi fino a Colle Grande, passando per Costa delle Plaje, e riducendo lettarlmente in cenere l'Oasi verde del Wwf della diga di Alanno, dove era in attività una delle stazioni più importanti del Centro Sud Italia di inanellamento e di studio della avifauna migratrice. Anche questa una ferita difficilmente rimarginabile. [di Walter Teti]